Spettacolo “Il Medico dei pazzi”

REPLICA Domenica 9 Dicembre ore 17.30!

Teatro apparentemente semplice ed ingenuo, fatto di “lazzi”, a tratti anche datato, quello di Eduardo Scarpetta, ma che ha comunque segnato un’epoca nella storia della scena napoletana, continuando a divertire anche a distanza di tanti anni. Avversato dagli intellettuali partenopei del tempo, tra cui Salvatore di Giacomo e Libero Bovio, sostenitori, questi ultimi, della necessità di un originale teatro dialettale d’arte drammatica in contrapposizione al suo frequente ricorso all’adattamento in vernacolo delle più famose pochades francesi, criticato, più o meno apertamente, dai suoi detrattori anche per le sue relazioni extraconiugali, Scarpetta è stato comunque un profondo innovatore e riformatore del teatro comico del suo tempo, fino ad allora caratterizzato soprattutto da “maschere” piuttosto che da “personaggi”. Egli infatti rielaborò in profondità il linguaggio drammaturgico del comico utilizzando tecniche innovative, senza peraltro rinnegare del tutto i modelli della tradizione, riuscendo così a rivitalizzare le commedie “importate” d’Oltralpe, grazie alla cura dell’ambientazione napoletana ed alla creazione di “tipi” e situazioni che riflettevano molto bene gli umori di una borghesia che stava diventando classe dominante e che, quindi, si vedeva rispecchiata nelle trame e nei tic dei personaggi delle sue opere. Scarpetta non mancò, peraltro, di elaborare innumerevoli opere originali, tra cui la celeberrima Miseria e nobiltà, sempre utilizzando lo stesso modello drammaturgico. Il medico dei pazzi si colloca tra queste e resta una delle sue più famose commedie, in cui da un unico equivoco di fondo, riferito ad una pluralità di personaggi, nasce una girandola di situazioni esilaranti su un tema, quello della pazzia, che nel teatro ha sempre avuto un posto di notevole rilievo. Per Scarpetta quindi non ci sono “messaggi” specifici da trasmettere, ma c’è, con tutto il suo valore culturale, la rappresentazione in chiave buffonesca di personaggi della vita reale della classe borghese del tempo, con i loro vizi e le loro piccole e grandi follie, con l’obiettivo, dichiarato, di voler far ridere il suo pubblico. Resta perciò vivo il gusto di assaporare – pur nella scelta di regia della trasposizione della vicenda negli anni ’50 – uno stile di comicità (con la classica e antica convenzione del saluto finale rivolto al pubblico) su cui si sarebbe basato ogni successivo sviluppo della scena comica partenopea.

Sabato 17 Novembre ore 20.30 – Domenica 18 Novembre ore 17.30
Sabato 24 Novembre ore 20.30 – Domenica 25 Novembre ore 17.30
Domenica 9 Dicembre ore 17.30

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